Una nuova intervista ai personaggi che animano il gruppo degli SBT che ormai supera quota 14000. In questa doppia intervista due personaggi di spicco del windsurf comasco: Alberto Erba e Luca Botta.
RIW: Ciao Alberto Erba, com’è nata la tua passione per il windsurf?
Alberto Erba: Ciao a tutti! Premetto che sono antico: la passione nasce nell’82, imponendo a mio padre di acquistare una OPEL per poter avere in omaggio il mitico Sordelli (a quei tempi il WS era proprio per tutti). Poi, senza avere un’idea di come organizzarmi ho iniziato ad andare nel posto lacustre piu’ vicino, cioe’ Valmadrera, ovviamente al pomeriggio …
Ci sono voluti 2 anni per scoprire che il vento lo faceva al mattino; poi in altri 2 anni ho fatto tutta la trafila dell’evoluzione WS passando da tavole da 25 kg fino ai sinker (sai cosa sono?) e li’ la la passione e’ svanita. Partire alla ricerca di condizioni hawaiiane che vedevamo solo sulle riviste (niente internet, telefonini o info locali) e puntualmente prendere cippa per oltre il 50% dei viaggi era proprio scoraggiante.
Dopo 10 anni di blackout totale causa lavoro estero scopro casualmente che i materiali si sono mooolto evoluti e complice una panchina di vecchi Amici Windsurfisti sono ritornato a planare piu’ malato di prima.
RIW: Qual è il tuo home spot e quali sono i tuoi spot preferiti?
A.E.: Sigh … qui alcuni Amici rideranno: il mio home spot e’ Dervio in alto lago di Como, anche se dovrei parlare del Secretspot del Nonno …
Gli spot preferiti sarebbero tutti quelli da tavola wave visto che per il resto sono solo un planatore molesto.
RIW: Qual è la tua disciplina preferita? In cosa vorresti migliorarti?
A.E.: Piu’ che disciplina, direi unica manovra … planare a stecca ben oltre i 50 anni e’ gia’ una bella valvola di sfogo; poi ci metto qualche duckjibe chiusa a palla e sono felice.
Invece vorrei migliorare al mare tra le onde, dove gli amici “secca” Miki e Boa mi vorrebbero portare tutti i Weekend. Purtroppo penso sia il cruccio di tutti i surfisti metropolitani che cercano di conciliare famiglia e questo magnifico sport-passatempo portandoci a macinare 600km per 3 belle ore di frullate o a volte a passare 3 ore in spiaggia in attesa della previsione che quel maledetto Windfinder aveva annunciato.
RIW: Hai un sogno windsurfistico nel casssetto?
A.E.: Certo: surfarmi le barre di Uluwatu a Bali! pero’ avrei bisogno almeno di 3 alberi visto che non ne salverei uno.
Comunque, sia a Bali che alle Hawaii sogno sempre la surfata in compagnia: serve sempre una boa sottovento.
RIW: Il gruppo SBT cresce sempre di più, cosa ne pensi del format? Hai qualche aneddoto sul ‘Nonno’?
A.E.: SBT e’ proprio un gran gruppo dove puoi trovare nei post provocatori molte verita’! I numeri sono impressionanti se penso che alla fine nei 20 spot che visito all’anno vedo sempre le stesse facce! Bisogna riconoscere che le opinioni di surfisti che provano decine di tavole e vele l’anno senza obblighi di sponsor aiuta un sacco a farsi un’idea, o magari a confonderci?
Del Nonno avrei diversi aneddoti cattivi; mi limito a dire che solo pochi anni fa’ mi ha venduto due sue RRD decantandole come superlative … e chi segue SBT sa che voglio dire! E poi diciamolo: che noia sarebbe senza il pepe del Nonno nelle settimane di cippa? Gran trascinatore, provocatore ma vi assicuro che ha sempre la parola giusta per tutti. Non prendiamoci troppo sul serio che di problemi ne abbiamo gia’ tutti i giorni! Su SBT potete esprimervi come fate tutti sullo spot! Dite la vostra cattiveria del giorno e vi sentirete meglio!
Hang loose!
RIW: Ciao Luca Botta, com’è nata la tua passione per il windsurf?
Luca Botta: La mia passione per il windsurf è nata quando avevo otto anni quando per la prima volta con la mia famiglia siamo andati in Puglia a Spiaggia Lunga, nel campeggio vicino al centro di Cesare Cantagalli, dove io e mio padre abbiamo fatto il primo corso. Da li’ in poi appena riuscivamo scappavamo a Dongo sul lago di Como, per fare windsurf. Fino ai 18 anni avevo un livello base, ma da quando ho avuto la possibilità di girare solo e quindi andare più spesso e in spot differenti ho fatto un salto di qualità imparando diverse manovre.
RIW: Qual è il tuo home spot e quali sono i tuoi spot preferiti?
L.B.: Il mio Home Spot preferito è con la breva a Piona invece con il vento da nord è Santa Maria Rezzonico, mi piace molto anche Valmadrera alla mattina o con le ricadute.
RIW: Qual è la tua disciplina preferita? In cosa vorresti migliorarti?
L.B.: La mia disciplina preferita è il FreeStyle, vorrei riuscire a effettuare più manovre possibili al meglio e con una media alta.
RIW: Hai un sogno windsurfistico nel casssetto?
L.B.: Il mio sogno nel cassetto posso dire di averlo già realizzato, perché volevo riuscire a vivere con questo sport infatti ho aperto la mia scuola di windsurf & kitesurf che l’anno scorso aveva sede a Dongo mentre quest’anno mi sposerò a Gravedona ed Uniti sul lago di Como, in più ho un laboratorio di riparazioni di attrezzature da windsurf & kitesurf e vela, dove effettuo lavori sia di veleria che lavori con compositi .
RIW: Il gruppo SBT cresce sempre di più, cosa ne pensi del format? Hai qualche aneddoto sul ‘Nonno’?
L.B.: Il gruppo SBT nonostante sia partito un po’ per gioco perché il “nonno”, che faceva parte di un altro gruppo molto più piccolo e di persone troppo serie, é stato invitato ad aprirsi il suo gruppo e pubblicare liberamente quello che voleva, poi piano piano ne sono aumentati gli iscritti, fino ad arrivare ad essere un gruppo conosciuto a livello mondiale!
Il nonno nella vita é come in macchina, o accelera o frena, non ha vie di mezzo!!
interview: Marco Livraghi 4 www.RIWmag.com
photo: courtesy Alberto Erba, Luca Botta