Una nuova intervista ai personaggi che animano il gruppo degli SBT che ormai supera quota 15000. In questa doppia intervista due nuovi personaggi: il veterano Nicola Zmijalac e la nuova leva Niccolò Ippindo.
RIW: Ciao Nik, quando e come hai iniziato a fare windsurf?
Nicola Zmijalac: Ciao, grazie a RiwMag per questa opportunità.
Mi presento: sono Nicola Zmijalac, ho 57 anni e ho iniziato a praticare windsurf nel 1984 incuriosito da un amico che mi aveva convinto a provare. Mi sono appassionato subito e ho capito che questo era “il mio sport”; le sue sensazioni sono rimaste immutate ora come allora. La bellezza del windsurf è inarrivabile!
RIW: Qual è il tuo home spot e quali spot frequenti abitudinariamente?
N.Z.: Esco prevalentemente sul Lago di Como, perché è poco distante da casa. Valmadrera, Lecco, Dervio, Colico, Gera, Cremia … vado davvero dove mi porta il vento.
Quando posso scappo qualche volta in Liguria, per cercare condizioni un po’ più “movimentate”. Noli, Andora, Diano Marina, Bordighera, sono i posti che frequento di più.
RIW: Quale disciplina pratichi maggiormente e quale ti affascina di più?
N.Z.: Mi posso considerare un freerider con propensione alla velocità, anche perché uscendo sul lago di Como, dove soffiano spesso venti termici, il più delle volte esco con la tavola slalom.
Il mio desiderio, poco realizzato, sarebbe quello di uscire in condizioni più wave, ma lavoro e famiglia non mi permettono di poterlo fare come vorrei, però quando posso … Liguria !
RIW: Quando e come sei entrato in contatto con il gruppo SBT e con il “Nonno”?
N.Z.: Qualche anno fa, sono entrato nel “famigerato” gruppo SBT, dapprima su facebook, poi partecipando più attivamente ad iniziative (leggi cene) ed uscite in compagnia. Così ho conosciuto il mitico “Nonno” Fabio, vera anima ed ideatore del gruppo.
RIW: La filosofia SBT è “particolare”. Come la definiresti? Secondo te può essere un aiuto per la promozione del windsurf italiano?
N.Z.: SBT è un gruppo particolare, riesce a riunire tutto ciò che ruota attorno al windsurf: da ciò che riguarda le attrezzature, ai commenti sulla qualità e affidabilità di vele, tavole e accessori, fino agli aspetti più goliardici, perché lo sport è bello, ma fatto con il sorriso sulle labbra, lo è ancora di più!
Il “Nonno” è stato bravissimo ad intercettare i desideri dei surfisti, e i 15.000 iscritti a SBT sono la prova reale della sua intuizione. Il prossimo obiettivo sarà quota 20.000 e, conoscendo l’intraprendenza di Fabio e le sue iniziative, sono sicuro che ci arriveremo in poco tempo.
RIW: Ciao Niccolò, quando e come hai iniziato a fare windsurf?
Niccolò Ippindo: Ciao, la prima volta che ho provato a fare windsurf avevo 6 anni ed ero in vacanza con i miei genitori a Hyeres, da quel giorno non ho più voluto smettere e tutte le estati che trascorrevo a Colico le passavo in acqua imparando ogni giorno qualcosa di più, appena si alzava un po’ di breva entravo in acqua, anche se il vento non era abbastanza per planare e “giocavo” con l’ attrezzatura facendo andature in switch, spalle alla vela, upwind 360 … credo che tutti questi esercizi mi abbiano permesso di raggiungere un buon livello nel freestyle pur facendo una media di 70 uscite l’anno. Nel periodo invernale invece mi dedicavo ad altri sport come snowboard, skateboard e l’altra mia grande passione oltre al windusrf: la pallacanestro. Poi il windsurf ha preso il sopravvento e ho continuato a praticarlo anche in inverno. Questa passione per il windsurf mi è stata trasmessa da mio papà, tutt’ ora ancora un buon “bump and jumper”. Fin da piccolo mi ricordo che passavo le giornate a guardare gli altri fare windsurf e appena mio papà usciva dall’ acqua mi mettevo sulla tavola con lui che mi teneva la vela. Da quando ho iniziato a fare le prime planate è iniziata la vera passione e se non ero in acqua trascorrevo le giornate sul computer a vedere i video di Gollito e compagnia. La mia prima vulcan l’ho chiusa a dodici anni in Valmadrera e da quel giorno è stato un continuo migliorare, grazie anche ai miei genitori che mi hanno sempre sostenuto e portato dove c’era il vento.
RIW: Qual è il tuo home spot e quali spot frequenti abitudinariamente?
N.I.: Il mio home spot è Colico, uno degli spot più criticati sul lago, ma è ideale per imparare, non è il top per fare freestyle per via del vento spesso leggero, ma quando entra bene la breva è uno degli spot migliori sul lago, oppure quando soffia il San Vincenzo (vento da nord) le condizioni iniziano a diventare interessanti anche per fare freestyle dove un po’ di chop non manca mai viste anche le ultime manovre del freestyle che stanno diventando sempre più aeree come: shifty, double air culo, pasko e tante altre.
Rimanendo sul lago di Como esco spesso a Valmadrera spot ideale per il freestyle quando soffia il tivano, poi a seconda del vento mi sposto dove le condizioni sono migliori. Posso dire di aver girato quasi tutti gli spot del Lago di Como e più di una volta mi è capitato di girare anche tre spot in un giorno con lo stesso vento alla ricerca della condizione ideale, rimanendo anche molte volte deluso ma senza mai perdere la voglia di tornare in acqua. Nel periodo invernale invece diciamo che giro di più uscendo spesso al Prà o in Liguria a Noli o Andora, mentre nelle vacanze di Natale ho fatto tre anni di fila a Hyeres trovando anche delle buone condizioni. Infine le ultime due estati le ho trascorse a a SaBarra spot ideale per fare freestyle con una media di vento molto alta nel periodo tra luglio e agosto.
RIW: Sei uno dei talenti emergenti del freestyle, su quali manovre sei focalizzato?
N.I.: Diciamo che al momento non sono focalizzato su nessuna manovra ma non appena il basket mi lascia libero da impegni e le previsioni sono buone non vedo l’ora di entrare in acqua e eseguire al meglio le manovre imparate durante l’estate, provando quelle emozioni che solo il windsurf può darti. Nel periodo estivo invece mi pongo sempre degli obbiettivi: gli ultimi due anni ho trascorso le vacanze sull’isola di Sant’Antioco dove il vento non manca mai permettendomi di salire molto di livello. Quest’estate mi ero prefissato di mettere nel mio bagaglio tecnico manovre di un certo livello come culo, kono, shaka, skopu e ci sono riuscito, arrivando anche a chiudere qualche spock-culo in condizioni di acqua piatta, senza dimenticare le manovre “basilari” come flaka, spock, grubby, willy skipper e nelle loro varianti che permettono di prendere molta dimestichezza con l’ attrezzatura. Per quest’ estate invece gli obbiettivi sono tanti: ho già in mente manovre del tipo burner, air funnel, puneta e magari puntando in alto mi piacerebbe iniziare a girare qualche Kabikuchi. L’importante, visto che in Italia la possibilità di fare gare è quasi nulla, rimane sempre il divertimento.
RIW: Quando sei entrato in contatto con il gruppo SBT e con il “Nonno”?
N.I.: La prima volta che ho visto il Nonno è stata una sera in acqua a Colico con la Breva: non potevo non notarlo nei suoi tentativi di willy skipper aerei, tuttavia l’ho conosciuto di persona in un classico pomeriggio sul Lago di Como ad aspettare il vento da nord “in serata” (che puntualmente è arrivato con il buio). Fin da subito mi ha spinto ad iscrivermi ad SBT ma non avendo ancora Facebook davo solo qualche occhiata ogni tanto con l’account di mia sorella, vedendo i video pazzi del nonno dopo le sue uscite in solitaria a Piona e anche grazie a lui ho conosciuto questo nuovo spot ideale per la Breva. Appena mi sono iscritto a Facebook ho avuto l’onore di ricevere i suoi adesivi SBT e me gli ha attaccati lui sulle vele! Da quel giorno sulle mie vele non è più mancato un adesivo SBT.
RIW: La filosofia SBT è “particolare”. Come la definiresti? Può essere un aiuto per la promozione del windsurf italiano?
N.I.: Senza dubbio è una filosofia particolare che si propone ad un certo tipo di persone a cui piace rimanere in contatto e scambiarsi idee e opinioni non necessariamente collegate al mondo del windsurf, di sicuro può essere utilizzato per la promozione di materiali, di personaggi e di spot.
Non credo che SBT da solo possa aiutare la promozione del windsurf italiano che purtroppo sta calando ultimamente, però può dare un grande aiuto organizzando qualche evento visti gli iscritti, potrebbe riunire un gran numero di persone e dare una grande visibilità, anche se penso che SBT nasca solo per essere un gruppo Facebook dove condividere idee e opinioni sul windsurf.
interview: Marco Livraghi 4 www.RIWmag.com
photo: courtesy Nicola Zmijalac e Niccolò Ippindo