Stand by me: Go Speedsailing!!!
Aprile 2005: come detto più volte, invitato dal caro amico Comerla (Alessandro Comerlati) … e spinto dalla mia principessa Monika, prendo parte sul Lago di Garda e poi al lago di Como, alla gara di speed F2 speed challenge …
Mi porto a casa il missile F2 (che era l’unica tavola specialistica in produzione e che ancora ho per ricordo) e una sensazione … che da quel giorno non mi ha più abbandonato: l’emozione dello speed!!!
Affrontare un run è una cosa molto interiore … come affrontare una grossa onda … il rapporto, il confronto con gli altri, scompare al cospetto della grandezza della Natura … e del confronto con i propri fantasmi e i propri limiti.
Non è la mera vittoria … ma l’altezza del proprio obiettivo che rende grande un impresa!!!
Per questa sua essenza di purezza … io ne sono innamorato … Ma ora passiamo a qualche aspetto tecnico, andiamo ad analizzare la posizione e la traiettoria.
1) La posizione è fondamentale, bisogna cercare il più possibile di essere un blocco unico, per far si che quando la raffica arriva non ci colga di sorpresa …
Se non ci si muove, se si mantiene la posizione … allora tutta l’energia diventa scivolamento …
La gamba davanti è tesa, come a fare perno sulla tavola; quella dietro piegata; il braccio anteriore ben steso e la schiena il più dritta possibile … e soprattutto ben salda. La vela deve essere inclinata indietro e leggermente sopra vento.
Eccone un esempio … di quando ero “sano” 🙂 Foto Karpathos 2009 durante la durissima Greek Open (50kts di vento e chop da battaglia)
Ora una foto comparativa: tra la posizione a Luderitz, lo scorso Autunno, dove ero molto lontano dalla buona forma fisica (e non solo) e quella di domenica scorsa al lago di Bracciano (9 febbraio 2014).
Una curiosità: la forza del vento è la stessa (30-35kts) ma l’attrezzatura è molto diversa. Luderitz: speed 41 e 5.0 – Trevignano: Slalom 68 (112lt) e 7.1.
Nella recente foto di Trevignano, nonostante il chop e la sovrainvelatura, la posizione sia mia che dell’albero è nettamente migliore rispetto a quella nel Canale ( anche se la tavola, nella foto, è un po’ in decollo … ma controllato …).
La foto di Luderitz non trasmette una sensazione di solidità del rider come invece quella di Trevignano: il famoso monoblocco, padre di tutte le accelerazione 😉
Nella foto di Luderitz traspare uno sforzo eccessivo per la reale condizione … (forse dopo diversi mesi di stop non si poteva pretendere tanto … anche se un po’ di più si) non c’è piena padronanza della situazione …
Nel Canale di Luderitz tutto accade molto in fretta … quindi la testa (rafforzata anche dalla consapevolezza di un buono stato fisico), in quelle condizioni, fa la differenza.
Un’altro consiglio importante per andare forte è: la mente libera … e una buona forma fisica (in relazione alla condizione che si va ad affrontare)!!!
Alberto ed io … a La Franqui … almeno la mente era libera ;-)
2) La traiettoria: la traiettoria “a banana” (slingshotting), negli ultimi anni ha permesso di raggiungere velocità prima impensabili. Dicevamo prima che se rimaniamo saldi nella nostra posizione corretta, tutta l’energia si tramuta in scivolamento … e quindi in velocità …
Ecco, buttandoci improvvisamente al lasco rendiamo tutto questo molto più semplice … per diversi motivi:
a) l’effetto elastico della fiondata genera una forte accelerazione;
b) minor fatica: per la maggiore accelerazione, la vela scarica molto meglio il vento ed è più facile da controllare;
c) la stabilizzazione della tavola che buttata al lasco rimane più dritta (il lasco tiene giù la tavola) sull’acqua con molto meno rischio di decolli poco igienici (a meno che non ci si presenti troppo “grossi” … come nella foto col 112) 😉
Stand by me … lo speed è una cosa meravigliosa 😉
Questa è la traccia del run col 41 speed relativo al video soprastante: da notare come al cambio di traiettoria la velocità aumenta sensibilmente:
E’ il 2 Dicembre 2013 … (il giorno precedente il grecale ci aveva regalato una giornata epica a Sant’Agostino con raffiche di vento fino a 50 nodi … ma nell’entusiasmo non ho pensato a mettermi la gopro 😉 )
Quel 2 Dicembre invece il vento oscillava tra i 15 e i 20 nodi con qualche raffica leggermente superiore … ottima palestra per chiedere il massimo all’attrezzatura cercando di aumentare il più possibile il Delta tra velocità del vento e quella della tavola.
Per fare un run col 41 e la 5.8 ho aspettato però una buona mezz’ora 😉
Quindi l’ultimo consiglio per andare forte … La Pazienza 😉
Che l’anima si liberi … per farci volare verso terre lontane !!!
Forever Speed,
Principe ITA 223
(4 www.RIWmag.com)
Credits:
Foto con la Franqui sullo sfondo: Monika
Foto al lago di Bracciano con la 7.1: Domenico Cocchia
Foto Luderitz: Luke Patterson
Foto con Alberto: Annie Fouarge – http://aa-lesfanasduwindsurf.blogspot.it
photo courtesy: Andrea Baldini