Conosciuto anche come Green Twin per via del suo gemello Attilio, Aurelio Verdi e’ uno dei pochi grandi appassionati che e’ riuscito a fare del windsurf la sua professione. Espansivo, generoso e sorridente: questa intervista e’ stata l’occasione per sapere qualcosa di piu’ di chi dal 200o (pausa hawaiiana a parte) ad oggi lavora come shaper alla Roberto Ricci Design International. (seconda e ultima parte, la prima parte qui)
RIW: Il “volume virtuale” – collegato alla larghezza della tavola – fino a che punto può sostituire il volume “reale”? Lo scorso anno sui Firemove siete partiti da una gamma che comprendeva i 100-110-120 (quest’ultimo largo 80 cm.) per poi aggiungere anche il 130 e il 140.
A.V.: Bene hai centrato il punto, sono proprio i nostri FireMove il vero punto di forza delle nostre ricerche, abbiamo visto che allargando anche notevolmente le tavole, guadagnavamo in entrata in planata, abbiamo dovuto lavorare un po’ sulle curve e sullo scoopline. Una tavola più larga ha più stabilità e allo stesso tempo possiamo ridurre lo spessore e otteniamo manovrabilità, ecco che a vedersi si ha l’idea di una tavola più grande di quello che in realtà è, quindi ecco il volume virtuale.
RIW: Le tavole RRD sono da sempre considerate tra le più maneggevoli e fluide in manovra: puoi raccontarci qualche aneddoto riguardante le serie wave quad e twin ?
A.V.: Il wave Quad è l’evoluzione dei concetti di cui abbiamo parlato fino ad ora. Roberto ha deciso che il concetto di tavola larga andava portato anche sul wave, e con l’aiuto anche di John Skye, dopo vari tentativi sono riuscito a tirar fuori i nuovi Wave Cult V5.
La particolarità di queste tavole è lo shape del bottom e l’outline, entrambe studiate apposta per questa tavola, un V su tutta la tavola e più pronunciata nella parte a poppa, per farla girare rapidamente, usando un biconcavo per fargli avere un gran grip sulle onde.
Mentre nell’outline siamo riusciti grazie ad un kick a portare una larghezza a poppa simile alle tavole più strette come l’HCW mantenendo la sua larghezza massima veramente elevata per una tavola da wave.
Il risultato è una tavola capace al tempo stesso di adattarsi a tutte le condizioni e di essere radicale in surfata. Ma la vera mia più grande soddisfazione è il Wave Twin, in collezione da ben 4 anni!
Si tratta delle prime tavole su cui abbiamo sperimentato un outline più largo. Avevamo realizzato e provato diversi prototipi e alla fine abbiamo trovato la soluzione di spostare la larghezza più avanti verso prua, cosa che ci ha permesso di stringere al massimo il one foot di poppa.
L’outline era fatto, il suo shape è stato fondamentale per rendere la tavola un vero wave, così nelle misure piccole abbiamo shapato il bottom con un concave centrale e un leggero biconcavo fino quasi a prua, mentre nelle misure medio grandi abbiamo shapato un V con un biconcavo, lo scoopline ha un rocker meno accentuato che permette di planare subito senza però perdere nulla in surfata.
Grazie anche all’assetto twin, la tavola riesce a girare come un surf da onda, insomma un totale di piccoli particolari che fanno del Wave Twin una vera rivoluzione nel suo campo, e vi posso dire personalmente che le mie surfate sono cambiate dal giorno alla notte! I Wave Twin mi hanno regalato le mie più belle surfate che io abbia mai fatto ad H’ookipa a Maui!!! Davvero una grandissima soddisfazione!
RIW: Per quanto riguarda la fase di test, scegli di volta in volta un atleta che svilupperà una tipologia di tavole, oppure più atleti partecipano indistintamente alla messa a punto delle tavole? RIW Quest’anno Antoine e Finian lavoreranno su due linee slalom separate oppure insieme su un’unica linea?
A.V.: Come vi ho detto prima noi ci basiamo molto sui feedback degli atleti. Più feedback riesco ad avere e più facile sarà per me capire cosa devo cambiare in uno shape per ottenere i risultati richiesti.
Logicamente fra i nostri rider c’è chi ha più esperienza e sensibilità nello sviluppo del materiale e chi meno. Per lo sviluppo delle tavole slalom il nostro punto di riferimento è e resta Finian Maynard.
Finian coordina il lavoro di test di tutte le tavole della gamma X-Fire e adesso anche della gamma Fire Storm, raccoglie il feedback da parte di tutti gli atleti e mi aiuta a tradurli in numeri da inserire nel programma di shape per le nuove tavole. Stesso discorso per quanto riguarda il wave, dove i miei atleti di riferimento sono John Skye e Andrea Rosati.
L’arrivo di un asso come Albeau non ha cambiato il nostro modo di lavorare: Antoine contribuisce con un puntiglioso e competente lavoro di test, ma è contentissimo che il referente del programma slalom sia un rider competente come Finian, anche perché questo gli permette di concentrarsi meglio su atre cose, come per esempio lo sviluppo delle tavole Light-Wind, delle future tavole da Formula, di tavole wave per rider pesati, SUP wave o dei suoi prossimi giocattoli da speed.
Infatti Antoine è un vero Waterman, e non è uno che si limita a fare solo slalom, ma per lui ogni scusa è buona per andare in acqua a fare wave, SUP o Kite tutte le volte che può, e anche in freestyle può dire la sua …
Inoltre il nostro Campione del Mondo è un vero professionista che sa benissimo come integrarsi nel lavoro di un team senza mai andare a pestare i piedi a nessuno, e posso garantirti che da questo punto di vista dovrebbero prendere esempio in tanti!
RIW: Quanto dura mediamente il ciclo di vita di una tavola windsurf prima di essere considerata obsoleta, due/ tre anni? Quali sono oggi le linee di prodotto che più vi rappresentano? Quali sono le linee di prodotto che potrebbero diventare di successo in un prossimo futuro?
A.V.: E’ duro dare un tempo di vita a una tavola da windsurf. Proprio per questo motivo Roberto ha deciso che non aveva senso rinnovare tutta la collezione tutti gli anni, perché non ha senso cambiare una tavola quando questa funziona bene ed è competitiva rispetto alla concorrenza. Guarda per esempio alla linea Wave Twin di cui ho parlato prima.
Si tratta di tavole in collezione ormai da 4 anni con uno shape che ancora oggi ha molto da dire, prodotte in una tecnologia che rende queste tavole fra le più leggere in commercio, e che ancora oggi ha una grande richiesta.
Il discorso cambia completamente nello slalom, dove le prestazioni vengono esasperate dai migliori rider del mondo e dove ogni anno devi essere in grado di produrre una tavola migliore, se vuoi essere competitivo con la concorrenza. Per quanto riguarda le tavole che ci rappresentano direi che la linea X-Fire è un bel biglietto da visita, ma ogni linea potrei dirti che rappresenta a pieno la nostra ditta, i FreestyleWave sono ormai una icona della nostra azienda e sono sempre stati tra i primi posti nei test, il WaveCult V5 con le sue innovazioni si è visto in tutte le spiagge del mondo, il Twin Tip da anni è un’altra tavola di grande successo nel freestyle, insomma come ti dicevo un po’ tutte rispecchiano il nostro brand.
Con l’evoluzione dei nuovi shape in futuro possiamo prevedere di vedere sempre più tavole larghe e corte in ogni disciplina, ma onestamente poter dire quale prodotto diventerà di successo è un po’ difficile.
Ogni giorno io e tutte le persone che lavorano con me cerchiamo di mettere il meglio in quello che facciamo, sperando che ogni prodotto che viene concepito, creato e venduto possa essere un successo.
Interview: Enrico Barchi – www.RIWmag.com