MaverX costruisce alberi da windsurf grazie all’esperienza trentennale della lavorazione della fibra di carbonio provienente dalla Reglass Spa, azienda tutta italiana.
Reglass ha trasferito il suo know how attraverso la passione per gli sport d’acqua creando la Divisione Windsurf da cui nasce il brand MaverX, che cura la costruzione dei propri alberi in ogni singola fase del processo produttivo.
Un importante traguardo è stato raggiunto quando l’atleta irlandese Finian Maynard è riuscito a superare il record del mondo di velocità a vela che resisteva da oltre 11 anni con un albero MaverX di serie: Stilo 300 RDM 400cm (vela Naish) che oggi qualunque windsurfista può usare.
Intervistiamo Claudio Cazzara, windsurfista sfegatato e responsabile della Divisione Windsurf MaverX. (prima parte, la seconda parte qui)
RIW: Ciao Claudio, qual è il tuo ruolo in MaverX e quali mansioni comporta? Qual è stato il tuo percorso professionale per arrivare a ricoprire questa posizione?
C.C.: In Reglass che è l azienda italiana che produce MaverX, sono il responsabile della divisione sport che produce anche alberi per il windsurf. Mi occupo dello sviluppo del prodotto , cercando di ottenere il miglior prodotto possibile, utilizzando la tecnologia e il know how che ha Reglass nella lavorazione del carbonio e la produzione del prepreg. Mi occupo degli atleti e dell’immagine del marchio oltre a curare i rapporti commerciali con distributori e clienti. Il mio percorso professionale è cominciato alle elementari frequentate con impegno ,le Medie poi il liceo classico, scherzo … tagliamo corto … passione direi. Sono arrivato grazie alla passione per quello che faccio unita a esperienze in altri ambiti e come sempre, con un pizzico di fortuna.
RIW: Sappiamo che sei un wave rider accanito: cosa significa per te fare della tua passione una professione?
C.C.: Vero, sono accanito; waver non so, ma mi diverte e lo faccio … Chi mi conosce potrebbe dire che sono accanito nel farmi male soprattutto. Fare della propria passione una professione è comunque un sogno realizzato. E’ quello che dovremmo ricercare tutti e non solo ambito lavorativo. Perlomeno provarci … Da quando mi occupo di windsurf una cosa è certa: aspetto il vento con molta più “curiosità” che ansia. Oggi per me il windsurf è divertimento, uno sport, viaggi, non è più solo uno sfogo che in quanto tale dipendendo da elementi non controllabili come il vento era causa di notevoli frustrazioni. E questo è davvero “tanta roba”.
RIW: Come funziona un’azienda che produce alberi: quante persone lavorano? Avete sede unica? Rapporto con atleti?
C.C.: Funziona come per tutte le aziende, con i flussi lavorativi tipici produttivi … La vera sfida che spero possa continuare in una situazione di economia globale davvero difficile, è quella di voler produrre tutto, incluso il carbonio preimpregnato con cui si fanno gli alberi, in Italia. Nemmeno le sacche degli alberi sono cinesi. L’azienda ha circa 80 dipendenti e divide le attività tra applicazioni industriali, automotive e aerospazio.
RIW: Quanto ci vuole in termini di tempo per far “nascere” un albero?
C.C.: In generale per far nascere un “albero-la- qualunque” poco. Lo si ordina dalla Cina, gli si appiccica sopra un marchio XYZ, gli si scrive made in “qualunquepaesemanonlacina” e les jeux sont faits. Per far nascere un prodotto tecnologicamente avanzato invece, almeno 2 anni. Il primo anno se ne va in test. Poi inizia una fase di prototipazione per gli atleti e finalmente si entra in produzione.
Interview: Simone Pierini 4 www.RIWmag.com