Dopo 40 anni di windsurf shop a Torino, Jimmy Sport ha annunciato di andare in pensione a fine anno.
Su segnalazione di un lettore, RIWmag ha proposto ad Eugenio (Jimmy) Lanzetti, sua moglie Giuliana e la loro figlia Viviana un’intervista per rivivere con loro questi 40 anni di avventura, di passione e di evoluzione dello sport della tavola a vela.
RIWmag: Buongiorno Jimmy, Giuliana e Viviana. Avete annunciato ufficialmente che a fine anno, dopo 40 anni di windsurf shop a Torino Jimmy sport chiudera’ la sua attivita’.
Come avete iniziato quest’avventura 40 anni fa? Come mai a Torino cosi’ lontana dal mare e come mai proprio con il windsurf?
Jimmy: Nell’estate del 1978 ero in vacanza in Sardegna, a Cannigione di fronte a Cala Bitta. C’era un signore che affittava i primi Mistral, cominciai così per curiosità. Tornato a Torino a settembre mi recai dal signor De Florio (Velacentro) e comprai un windsurf usato. Da quel dì la mia passione, le mie capacità e la mia attrezzatura evolsero sempre di più ed iniziai a praticare il windsurf con maggiore assiduità. A inizio anni ’80 ho aperto Jimmy Sport e iniziato a vendere windsurf.
Giuliana: L’idea è nata in Sardegna nel ’78 dove il windsurf già si praticava da qualche anno.
RIWmag: Com’era l’atmosfera di quegli anni con il windsurf in forte espansione economica e di praticanti?
Jimmy: Agli inizi degli anni ’80 c’era davvero un forte interesse verso il windsurf e non solo, c’era il boom economico ed io iniziai a frequentare tutti gli spot windsurfistici (Torbole, Porto Pollo, Hyeres, Tarifa) e tanti piemontesi seguirono il mio esempio. Si creò una community di feroci appassionati!
Giuliana: L’atmosfera era entusiasmante e creativa.
Viviana: Ricordo quando a 5 anni mi trovai in spiaggia a Tarifa (era l’86), c’era un vento fortissimo e la sabbia molto molto fine mi pungeva ovunque e non potevo stare in spiaggia. Capii ben presto che le mie estati sarebbero state sempre molto ventose, come gli anni che seguirono in giro per la Corsica per esempio!
RIWmag: In base alla vostra esperienza quando e come il windsurf ha cominciato a perdere in termini di volumi di affari e in termini di interesse da parte del pubblico?
Jimmy: Per quanto riguarda la mia esperienza il mercato del windsurf ha cominciato a calare agli inizi del 2000, i windsurfisti hanno iniziato a stancarsi di essere condizionati da pochi spot, e quelli organizzati erano e sono molto lontani e di conseguenza costosi.
Viviana: Il windsurf, o almeno quello che ho potuto osservare a Torino, non ha avuto un ricambio generazionale. Agli adulti che hanno iniziato a praticarlo negli anni ’80, non sono seguite le generazioni più giovani degli anni 2000-2010. A parer mio i motivi sono stati il costo non esiguo dell’attrezzatura, la necessità di doversi spostare di molto in cerca del vento e con macchine abbastanza capienti da trasportare tavole, vele, boma, alberi, mute e molto altro. In una città pedemontana ha sicuramente vinto la novità dello snowboard.
RIWmag: Nonostante queste difficolta’ siete riusciti ad andare avanti fino alla pensione. Quali sono stati gli elementi che vi hanno permesso di arrivare fino ad oggi?
Jimmy: Nonostante davvero tante difficoltà sono riuscito a resistere grazie anche all’arrivo dello snowboard che a Torino ho iniziato a commercializzare a fine anni ’80.
Giuliana: Ci ha dato molta energia la passione per lo sport e per i giovani che hanno sempre frequentato il nostro negozio.
Viviana: In negozio ci sono cresciuta, avevo un angolo nel retro per fare i compiti e poi, quando sono diventata più grande ho iniziato ad aiutare mamma e papà. Il negozio era sempre pieno di gente, appassionati di windsurf e snowboard e negli anni ’90 eravamo tra i pochissimi in città. Io stessa ho iniziato a fare snowboard molto presto quando nessuno dei miei coetanei sapeva cosa fosse. Sono stati anni fantastici.
RIWmag: Come vedete oggi la situazione del mercato della tavola a vela?
Jimmy: A livello commerciale vedo la tavola a vela verso il tramonto, rimane uno sport per pochi e molto difficile da imparare bene e praticare con costanza tutto l’anno. Funzionano ancora i centri organizzati dove si noleggia l’attrezzatura e si possono fare corsi a diversi livelli
Giuliana: Purtroppo vedo un calo di interesse anche per la situazione economica degli ultimi anni.
RIWmag: Viviana come hai vissuto questi 40 anni cresciuta come “la figlia di Jimmy Sport”? Non ti sarebbe piaciuto continuare l’attivita’ di mamma e papa’?
Viviana: Avendo lavorato molto in negozio, il sabato, nelle vacanze di Natale, ho spesso pensato di continuare io quanto avviato da mamma e papà. Poi però gli studi mi hanno dirottato verso altri mondi e a metà degli anni 2000, quando mi sono laureata, il commercio al dettaglio iniziava già a risentire della concorrenza dei primi grandi centri commerciali e dell’e-commerce e mi sono dedicata ad altro. Non nascondo che ogni tanto ho qualche rammarico.
RIWmag: Jimmy e Giuliana, potete essere sicuramente contenti e soddisfatti di questo risultato. Chiudete la vostra attivita’ a cuor sereno, vi manchera’ o avete qualche rimpianto?
Jimmy: Certamente “Jimmy” mi mancherà moltissimo, ho passato gran parte della mia vita in questo negozio e mi mancheranno i rapporti umani con molti clienti di cui alcuni diventati grandi amici
Giuliana: Certamente ci mancherà il nostro negozio soprattutto da un punto di vista emotivo, in questi anni abbiamo intrecciato la vita di molte persone, alcune diventate compagne di avventure sportive. Rimpianti non ne ho, questa attività ha riempito gran parte della nostra vita e ci mancherà.
interview: www.RIWmag.com
photo: Jimmy Sport