Paolo Ghione, nei top5 del windsurf italiano nella seconda metà degli anni ‘80, poi allenatore di una delle squadre giovanili più forti d’Italia (NST di Bordighera) e oggi tecnico federale: lo abbiamo raggiunto per un commento a caldo dopo aver appreso la decisione dell’ISAF di sostituire il windsurf con il kite ai Giochi Olimpici di RIO2016.
1) Qual’è esattamente il tuo ruolo oggi all’interno della FIV?
P.G.: I ruoli sono due: sono l’allenatore della classe RS:X femminile, seguo Alessandra Sensini, Laura Linares, Flavia Tartaglini dal 2005, inoltre condivido la Direzione Tecnica della Federvela con il collega Luca De Pedrini occupandomi in questo ambito del progetto FIV denominato Verso Rio 2016.
2) Secondo la tua esperienza e i resoconti ricevuti al termine del meeting a Stresa quali sono stati gli elementi che hanno spinto l’ISAF ad una simile decisione?
P.G.: Non vorrei tediare i lettori ma gli elementi sono molti, il tema è sul tavolo dal 2009 e le “scelte discutibili” che le varie commissioni ISAF hanno fatto negli anni, fino ad arrivare alla decisione di Stresa sono molte, cerco di riassumerle con ordine.
a) La “moratoria” del CIO verso L’ISAF: il Comitato Olimpico Internazionale chiede una rivisitazione dell’intero format vela alle Olimpiadi, la richiesta è supportata da un dettagliato report sempre a cura CIO dove si evidenzia dati alla mano che la vela olimpica è costosa da punto di vista logistico/ambientale:
• spesso serve un villaggio olimpico dedicato, la costruzione e/o ammodernamento di una marina sportiva dotata degli innumerevoli servizi e mezzi che servono per una competizione (per Londra si prevede un numero vicino alla 400 imbarcazioni di officials: coach, posaboe, giudici, vip, ecc).
• Non coinvolge i media, non ha spettatori (impietosi i numeri degli spettatori paganti ai Giochi Olimpici evidenziati dall’84 ad oggi), non è accreditata di main sponsors che contribuiscano alla sua diffusione eccetto due classi: il singolo leggeri (laser) e il windsurf (RSX).
• La diffusione per nazione è marginale: 50/60 nazioni sono rappresentate nella vela ai GO, poche se confrontate con nuove discipline emergenti diffuse e strutturate in più di 100 nazioni!
b) In risposta a quanto sopra l’ISAF prende quella che sembra la via più facile: non parla di nuovi format di gara (più comprensibili al grande pubblico), non discute di locations adatte alla vela olimpica in una nuova ottica di visibilità e coinvolgimento del pubblico, di ottimizzazione dei calendari, ma sposta tutta la sua attenzione sulla tipologia delle imbarcazioni!!!
c) Il primo segno d’incertezza l’ISAF lo compie cancellando l’Elliot (barca a 3 con chiglia introdotta nel 2009 per cercare spettacolo con il match race femminile). Cosa ci fanno a questo punto le Federazioni che l’hanno appena comprata? Le “fioriere” davanti alle proprie sedi istituzionali???
d) Il secondo segnale di caos datato 2011 è la cancellazione della Star (il doppio dei “campioni”) nel senso che in quella classe spesso in World Cup e ai GO regatano atleti con svariate medaglie al collo e i personaggi per i media friends! Cancellati … Cosa farà Robert Sheidt (Brasile, 4 Medaglie) ai GO di Rio? Andrà a mettere le boe???
e) Il terzo pasticcio, quello che ci interessa, sempre datato 2011, è l’accorpamento delle discipline che saranno scelte per Rio e la suddivisione delle medaglie tra le stesse: il WindSurf e il Kite vengono accorpati in un’unica area denominata Board!!! Con due medaglie a disposizione una Maschile e una Femminile. Quindi da qui in poi un vicolo chiuso e la lotta dei poveretti!!! Inaccettabile il processo: il Kite doveva essere valutato come disciplina emergente in chiave olimpica e confrontarsi con tutte le discipline, non solo con il WindSurf!!!
f) Arriviamo a Stresa. Il Kite si presenta in pompa magna e snocciola vari numeri di tutto prestigio, i numeri generali che in questa fase l’ISAF vuole sentire: praticanti a bizzeffe, spiagge piene, colori a nastro … E per i responsabili ISAF questi dati sembrano più che sufficienti, perché scavare oltre? Perché chiedersi che differenza c’è in termini di spettacolo fra il Kite freestyle, il Kite wave ed il Kite race? Perché chiedersi quante nazioni oggi hanno kiters “realmente” pronti a competere a livello olimpico? Perché aprire il contradditorio con altre discipline veliche meno diffuse sia del Kite che del WindSurf? Tutte questioni che “allontanerebbero” una decisione che il board ISAF, a questo punto evidentemente, aveva in mente da tempo … Ed ecco, convinte nottetempo le solite due nazioni “emergenti” con 15 velisti praticanti … che i voti passano a 19 per il Kite e a 17 per il WindSurf. Per l’ISAF la soluzione di molti dei problemi di cui sopra passa ora dal Kite! Da oggi il Kite per l’ISAF è la risposta alla moratoria CIO, speriamo!!!
3) Qual’e’ il tuo parere a proposito del concetto di monoclasse/monomarca?
P.G.: In linea puramente teorica il monoclasse/monomarca è lo strumento perfetto per confrontarsi ad armi pari con costi “relativamente” contenuti. Nella pratica invece, o meglio nello specifico del RS:X, purtroppo non è mai stato così! Nonostante gli accordi originali fra il costruttore NeilPryde e l’ISAF prevedessero un rigore assoluto in termini di qualità, in otto anni non siamo riusciti ad avere un pezzo uguale all’altro! Questo ha obbligato atleti e quindi Federazioni ad investire l’inverosimile in un format che doveva essere appunto “relativamente economico”: la Sensini nella sua preparazione verso Londra ha usato fino a pochi giorni fa 5 tavole, 8 vele, 7 alberi e svariate pinne!!! In più l’ISAF ha commissionato alla NP tutte le tavole per i GO che pare saranno tutte uguali e fornite agli atleti mediante sorteggio!!!
4) Che cosa non ha funzionato nell’RS:X e che ha portato il windsurf ad un simile insuccesso?
P.G.: Vedi risposta 3
5) Non e’ stata proprio l’ISAF a definire le regole ed i requisiti che hanno portato allo sviluppo dell’RSX? In questi otto anni di RSX in Classe Olimpica a tuo avviso chi avrebbe potuto fare qualcosa e cosa per evitare oggi questo risultato? E a chi attribuirne le colpe?
P.G.: Vedi risposta 3
6) E’ questa ormai una decisione irreversibile? Quali ne saranno secondo te le conseguenze per lo sport del windsurf sia a livello mondiale che a livello italiano?
P.G.: La decisione è presa ma non è detto che sia irreversibile, a poche ore dal “misfatto” alcune petizioni internazionali avevano raccolto più di 10000 adesioni, stiamo a vedere!!!
Le conseguenze dirette potrebbero toccare soprattutto i settori più complessi, quelli della formazione. Lo status olimpico genera risorse che, tramite il CONI, la FIV usa sul territorio per i più giovani: questo è l’unico settore di rischio. Per il resto (fatto salvo il rammarico, l’amarezza e la frustrazione che centinaia di giovani nel mondo vivono in questi giorni nell’aver appreso che il loro sogno olimpico con il WindSurf non è realizzabile a breve) nel mondo del WindSurf nulla cambierà in peggio, l’RSX è solo una piccola nicchia del mondo del WindSurf, che anzi potrebbe uscire da questo impasse più rafforzato. Con una maggior condivisone tra tutti gli operatori legati al WindSurf vanno certamente trovate nuove sinergie tramite progetti di formazione e diffusione.
• Nel chiudere voglio fare un grande in bocca al lupo ai kiters che entrano nella famiglia olimpica: Bravi!!! Evviva!!! Siate forti e non fatevi ingannare dallo status olimpico, non snaturate completamente la vostra disciplina per adattarvi ai format che l’ISAF cercherà di imporvi … altrimenti un giorno non lontano la brutta storia di Stresa potrebbe ripetersi!!!
news©EP@ www.riwmag.com