Lo slalomista italiano Fabio Canella ha preparato una presentazione “a secco” delle tavole Patrik Slalom 2017:
“Ciao a tutti i lettori di RIWmag,
durante una recente visita dal mio amico Francesco, titolare del negozio Non Solo Mute di Lecco nonché importatore per l’Italia dei marchi Patrik e Sailoft, ho avuto l’occasione di vedere da vicino i nuovi slalom 2017 del marchio svizzero, nei due litraggi che, sono sicuro, saranno quelli che più stuzzicheranno l’appetito di tutta la schiera di slalomari incalliti.
In attesa quindi di farci un giro in acqua, vediamo velocemente ciò che più salta all’occhio a terra rispetto ai modelli dello scorso anno.
Patrik Slalom 115 IIII
Il famoso e duttile 115 guadagna una stanghetta nel nome (chissà se anche in Svizzera conoscono che la numerazione romana permetteva di accorciare in “IV” anziché “IIII”… si risparmiavano 0.002 g di serigrafia, ahah!). Bando alle ciance, ci troviamo al cospetto di uno shape leggermente aggiornato.
La tavola diventa di un epsilon più stretta (-2 mm, per un totale di 698 mm) ma soprattutto cambia la poppa, più “tirata dritta” in coperta e più curva in carena, secondo un trend che va per la maggiore nelle tavole slalom d’ultima generazione.
La poppa stessa perde quell’accenno “diamond tail” che aveva nel 115 III e si divide nettamente in tre parti: un codino arrotondato nella parte centrale, e due tagli netti a raccordare quest’ultimo con le zone dei cut out.
A proposito di quest’ultimi, assumono una gemetria più raggiata e, dopo i diverbi tra il marchio Patrik e la direzione PWA dello scorso anno, tornano finalmente i piattelli regolabili di serie, che permettono di calibrare l’utilizzo della tavola a seconda del piano d’acqua più o meno mosso che ci si trova ad affrontare.
Per quanto riguarda il resto dello shape, non si notano grosse differenze rispetto al modello precedente; il che non è sicuramente un male, visto la fama di tavola molto veloce e dall’ottima strambata che il vecchio modello si era costruito sul campo.
Patrik Slalom 130 2017
Qui la tavola cambia talmente tanto che, avendo messo su 2 litri, si merita in toto il nuovo nome. Si passa dal 128 II al nuovo 130.
Le mere misure di lunghezza x larghezza potrebbero trarre in inganno, poiché in entrambi i casi il nuovo modello “dimagrisce” di 2 mm esatti, per un totale di 2288 mm di larghezza x 808 mm di larghezza.
Dove sono quindi i 2 litri in più?
Basta che diate un occhio alle foto qui sotto, in cui si vedono “a sandwich” il vecchio 128 (sopra) e il nuovo 130 (sotto), per rendervi conto. La risposta è: in poppa, certo!
Se per il 115 abbiamo detto che la tavola diventa leggermente più quadrata in pianta, qui la nuova squadratura dei bordi nella zona sotto le strap posteriori è evidente più che mai.
In pratica, abbiamo una tavola double face ora. La carena, sempre parlando di vista in pianta, mantiene un andamento molto tondeggiante tipico degli slalom da vento leggero, mentre la coperta, e con essa la superficie dei cut out, diventa molto più rettangolare (=più leva/terrazzamento sotto il piede posteriore) tanto da far assomigliare la tavola a un mini formula!
Questa separazione in due forme ben distinte tra sopra e sotto è in ogni modo gestita in maniera più morbida e graduale. Come si vede in foto, laddove nel 128 II 2016 vi era uno scalino netto sul bordo appena davanti alla strap posteriore, ora abbiamo una connessione più morbida che porta lo scalino stesso a morire a zero lungo il bordo.
Tutta la poppa è in generale più spessa, e la conferma che i 2 litri in più siano tutti lì si ha anche dal fatto che i nuovi cut out guadagnano un gradino, dividendosi in due zone a profondità distinte. Anche qui, tornano di serie i piattelli per un trim ancor più di fino.
Due ultime considerazioni, più che altro di carattere ergonomico (valgono per tutti i modelli 2017) che i più attenti avranno già notato.
1) Il pad sotto la strap posteriore si estende ora fin a filo con gli scavi laterali sul bordo. Considerata la posizione molto esterna della strap, come su tutte le tavole slalom, questo non può che essere un vantaggio. Sarà capitato anche a voi, infatti, di trovarvi spesso con il tallone appoggiato direttamente alla tavola liscia sul bordo o proprio in corrispondenza del taglio del pad, che non è esattamente comodo … specie nei bordi lunghi.
2) I fori in coperta per inserire le viti di fissaggio della pinna sono ora ovoidali e più grossi, permettendovi di accedere con le dita. Anche qui si tratta di dettagli, ma significa non dover rigirare la tavola sotto sopra ogni volta per recuperare le viti una volta smontata la pinna a fine uscita. Cosa a maggior ragione apprezzabile quando magari ci si trova a fare un veloce cambio pinna in un parcheggio di uno spot che preveda solo ghiaia o, peggio, asfalto!
Ed è proprio da questi piccoli accorgimenti, che a mio avviso si capisce quanto, ammesso ci fossero dubbi, il marchio Patrik si stia via via consolidando ed entrando con prodotti sempre più validi e ineccepibili nell’elite del windsurf. Ma sempre, e comunque, con una sua filosofia unica e molto controcorrente che da sempre caratterizza il brand.
Colgo l’occasione per augurare un ventoso 2017 a tutti,
Un saluto,
Fabio Canella ITA-67″
source: Fabio Canella