Tutti ricordano ancora la medal race RS:X femminile svoltasi a Rio2016: una Flavia Tartaglini che ha dominato fino al penultimo giorno ma che si e’ vista sfuggire all’ultimo le medaglie concludendo 6sta nella classifica generale finale.
Un’atleta che ha dato tutta se stessa e che ha emozionato tutta l’Italia windsurfistica: nonostante le medaglie non prese non possiamo non essere fieri di lei e ringraziarla per aver rappresentato a testa alta la tavola a vela tricolore.
Il suo allenatore Adriano Stella: “Un impresa sfiorata … una partita persa ai rigori direi. Ma questo è quello che si accetta quando si decide di partecipare alla competizione. Questo è il prezzo che si paga quando si cerca di essere protagonisti. Fiero di questo percorso, fiero della nostra Atleta, fiero di ogni singola prova e di ogni giornata passata in mare. Una medaglia poteva arrivare, forse doveva arrivare guardando alla settimana trascorsa. Ma personalmente non potrò mai cancellare una settimana vissuta da protagonisti! Onore a Flavia ed alla sua prima esperienza Olimpica. Spero che questa impresa sfiorata abbia ri-acceso il cuore windsurfistico degli italiani !”
RIWmag ha raggiunto Flavia per fare insieme a lei il bilancio di questa incredibile esperienza: dietro alle sue parole la maturita’ e la forza di un’atleta che si mette in discussione fino in fondo, senza se e senza ma, ma soprattutto senza cercare scuse o giustificazioni.
Les Brown, un oratore americano, una volta disse che tutti sono capaci di sentirsi positivi quando le cose vanno bene. Tutti sanno avere grandi visioni e fede in quel tipo di condizioni. Ma la vera sfida di crescita mentale, emotiva e spirituale arriva quando la vita ti stende al tappeto. E’ allora che serve coraggio per rialzarsi e ricominciare … e chi la conosce di persona sa gia’ che Flavia quel coraggio ce l’ha!
RIW: Ti ricordi cosa hai provato il giorno che ti hanno comunicato ufficialmente che eri stato selezionato per queste Olimpiadi?
Flavia Tartaglini: Come fosse ieri … ero in Brasile ad allenarmi, avevo avuto una piccola soffiata ma aspettavo l’ufficializzazione … leggere il mio nome per iscritto accanto a “ci rappresenterà a Rio” ha scatenato un mix di emozioni che poche volte ho provato, è stato il sogno di anni, prima mi sono fatta un gran sorriso poi non so neanche perchè ho iniziato a piangere, ma lacrime di gioia e orgoglio per non aver mai mollato negli anni e aver raggiunto qualcosa che a volte mi era sembrato irraggiungibile.
RIW: Cosa hai provato quando finalmente questi Giochi Olimpici sono cominciati e “tu c’eri”?
F.T.: Orgoglio, paura, gioia e forza, tante emozioni e tutte amplificate, è stato difficile contenerle prima di iniziare, poi per fortuna quando entri in acqua e inizi a regatare non puoi pensare più a nient’altro che a partire, andare veloce e a capire il vento.
RIW: Come sono andati i primi quattro giorni di regata per qualificarsi alla Medal Race?
F.T.: Mi ero preparata molto e bene ma ovviamente tutte si preparano al massimo per un evento del genere e molte più di me avevano dei numeri importanti in fatto di risultati a mondiali nei due anni precedenti, quindi sinceramente non mi sarei mai aspettata di dominare per 4 giorni. Non è stato per niente facile, ho dovuto gestire delle emozioni a cui non ero abituata, non mi era mai capitato di vincere così tante prove e trovarmi sempre davanti, quindi ogni giorno ero concentratissima, avevo adrenalina e tensione al massimo ma anche una gran voglia di scendere in acqua. E’ stato bellissimo e mi ha dato una nuova consapevolezza di me stessa.
RIW: Com’e’ andata la Medal Race?
F.T.: Purtroppo è andata male come tutti hanno visto e commentato ampiamente da quando sono tornata eheh, beh era la mia prima medal da prima e ovviamente è molto più difficile che entrare da sesta. A posteriori la rivedo e mi dico bastava arrivare nelle prime 6 che mai ci voleva, ma è facilissimo dare giudizi da fuori o a freddo. In 7 ci giocavamo 3 medaglie, tanti calcoli, troppi, quindi sono scesa in acqua per provare a vincere la prova guardando il vento più che le avversarie, ho sbagliato, troppo rischioso. E purtroppo il giorno della nostra medal il vento ha fatto un pò di capricci, ma come lo fa tante altre volte, siamo abituate a regatare così! In partenza il vento era molto destro quindi mi son tenuta alta in barca, ma purtroppo era un finto indizio perchè il vento stava morendo e l’unica pressione rimasta nel campo era a sinistra e dalla posizione in cui sono partita non sono mai riuscita ad agganciarlo. Ho girato la prima bolina pensando che le tre medaglie fossero lontane quindi visto che il vento era sempre molto destro ho provato a fare meno strada e scendere per boa ma il vento era ormai solo sulla parte sinistra e ha comunque premiato chi si è allontanato tantissimo dalla traiettoria ideale ma è riuscito ad agganciare la pressione … la russa che ha vinto il bronzo ha girato ultima visto che io e un’altra eravamo ferme e ha deciso di seguire la flotta … le è bastato seguire la flotta, finire 5 mt davanti a me e le altre hanno fatto il resto, Marina ha perso una posizione nell’ultima poppa e quindi la Russa a pari punti ha vinto il bronzo senza saperlo neanche.
RIW: Il momento piu’ bello di tutta questa esperienza?
F.T.: Le mie vittorie nelle singole prove, il secondo giorno di regata fare un quarto dopo due primi … perchè quella è la prova più difficile, non perdere la testa dopo due primi.
RIW: Qual’e’ stato il momento piu’ difficile di tutta questa esperienza e come hai fatto per superarlo?
F.T.: E’ adesso, non c’è giorno che non ripenso a quel soffio di regata che in un soffio mi ha portato via quello per cui avevo lottato 5 giorni.
RIW: RS:X planante ed RS:X pompante. Antonello Ciabatti su Sailing Sardinia li ha paragonati allo scii di discesa e a quello di fondo: chi e’ specialista di una condizione non lo e’ nell’altra condizione. A te che preferisci il windsurf planante e’ toccato l’ingrato compito di gareggiare in condizioni da pompare proprio nella medal race che vale doppi punti. Questa situazione ha scatenato diverse discussioni sul web da parte dei tuoi sostenitori che la ritengono un’ingiustizia sportiva. Cosa ti senti di dire a questo proposito?
F.T.: Sono tutte chiacchiere, abbiamo avuto vento tra i 7 e i 10 nodi 10 prove su 12, due dei miei due primi sono state in queste condizioni. Mi sono allenata 4 anni perchè in questo sport se vuoi vincere non puoi essere specialista di una condizione piuttosto di un’altra. Il problema della Medal Race non è stato il vento leggero ma il fatto che il vento stesse morendo ed era una gara monobordo e il problema più grande è che ho fatto una scelta strategica e tattica sbagliata e punto. Non è dipeso dall’intensità del vento. Poi ovviamente se durante la settimana avessimo regatato fuori baia il giorno in cui c’erano venti nodi e onda non mi sarebbe dispiaciuto, invece all’ultimo minuto ci hanno cambiato campo e spostato dentro baia con vento dai 3 ai 14 nodi proveniente da tutte le parti … se pensi all’intensità del vento hai già perso in partenza!
RIW: Quanti anni ci hai messo per realizzare questo sogno e chi vorresti ringraziare?
F.T.: E’ un sogno iniziato 12 anni fa guardando ed allenandomi con una se non la più forte al mondo … ma il sogno è stato vivere la vita che mi ha permesso di vivere il windsurf, e se ho raggiunto finalmente questo traguardo è perchè me ne sono distaccata e ho imparato ad apprezzare tutto quello che c’è aldilà delle Olimpiadi. Se sono arrivata dove sono arrivata lo devo ai miei genitori che non mi hanno mai voltato le spalle nonostante la particolare scelta di vita e anzi mi hanno sempre sostenuta, spinta e aiutata a rialzarmi dopo le delusioni. Nell’ultimo anno in particolare dopo aver vinto le selezioni, l’allenatore dell’olimpica femminile Adriano Stella che ha vissuto questo sogno con me, gioito e sofferto con me.
interview: www.RIWmag.com
Photos: World Sailing / Sailing Energy