Sono passate poche ore dalla notizia ufficiale della prematura dipartita di Alberto Menegatti e ormai il web windsurfistico mondiale ha dedicato tutta la sua attenzione e tutte le sue energie al ricordo di un grande campione, troppo giovane per potersene gia’ andare via da questo mondo.
Marco Rossi, Coordinatore Nazionale T293 e redattore news T293/RS:X ne ha scritto un profilo affettuoso che ne risalta le imprese agonistiche :
“E’ sempre difficile commentare la scomparsa di una persona, ma lo è in misura ancora maggiore quando il destino ha voluto sottrarre all’affetto di tutti noi un ragazzo non ancora trentenne, che conduceva una vita sportiva, libera, dinamica, cresciuto tra l’aria pura dei monti del suo natale borgo trentino e le spiagge più belle dei cinque continenti. Alberto Menegatti, uno dei più conosciuti e vincenti campioni del windsurf internazionale, se ne è andato improvvisamente, probabilmente per un malore, nella sua casa alle Canarie, dove stava trascorrendo come molti atleti il periodo di preparazione invernale.
Alberto apparteneva alla prima generazione di windsurfisti italiani che, a partire dal 1997, poté usufruire del vantaggio di disporre di una classe esplicitamente dedicata alla formazione giovanile, l’Aloha, divenuta fucina di grandi campioni. Erano i tempi in cui gareggiavano le classi di età di Andrea e Davide Beverino (anche quest’ultimo tragicamente scomparso durante un’immersione), di Andrea Franchini, di Flavia Tartaglini, di Dario Baffetti, di Giuseppe Catino, di Andrea Ferin, di Federico Bart Esposito, solo per ricordare i primi nomi che sovvengono all’appannamento inevitabile in quasi quattro lustri di ricordi.
Peraltro la classe Aloha, nella quale ottenne buoni risultati, non era la più adatta alle sue caratteristiche morfologiche, mirate alle discipline che più assicuravano velocità a un autentico signore del vento. Così, appena approdò alla classe Funboard e alla nascente Formula Windsurfing, divenne subito una stella di prima grandezza. Non solo dominando il settore juniores, ma soprattutto inserendosi da minorenne in modo imperioso nelle gerarchie da tempo consolidate di regate che in Italia superavano regolarmente il centinaio di iscritti. Solo l’imbattibile Cucchi – al quale peraltro rendeva una decina di anni – continuava a stargli davanti. Ma un ragazzo di sedici o diciassette anni solido al punto da mettersi alle spalle decine di concorrenti di gran lunga più esperti, non si trovava tutti i giorni. E così, anno dopo anno, con il ritorno in auge dello Slalom che era sicuramente la sua disciplina prediletta, conquistò durevolmente il vertice nazionale e diede l’assalto a un altro fortino che raramente premiava atleti italiani, quel PWA mecca dei nomi mitici che hanno ritmato e ancora oggi gestiscono le danze del circuito più prestigioso.
Sappiamo, e questo accade anche nella classe olimpica, quanto sia difficile scalare le posizioni, e come certi successi siano appannaggio di atleti almeno trentenni. Ma la tenacia di Alberto venne premiata nel 2013 quando in Corea del Sud vinse una prestigiosa tappa della Coppa del Mondo PWA, primo italiano a riuscire nella leggendaria impresa, coronata dal secondo posto finale della classifica complessiva del circuito internazionale della disciplina Slalom. Il suo obiettivo era sicuramente quello di ottenere un successo pieno nella classifica generale Slalom PWA, ambito professionistico dove il nostro tricolore era salito sul pennone più alto solo nel 1994, grazie alla mitica Alessandra Sensini.
In questo tempo di cordoglio siamo ora vicini alla sua famiglia, che abbiamo avuto occasione di conoscere. Purtroppo un fatale destino ha interrotto il sogno di Alberto, troncando prematuramente la vita di un grande atleta. Grande nei risultati, ma grandissimo anche nello stile, con una cortesia innata, uno spirito solidale e una simpatia non di maniera. Un campione di tutti e per tutti.”
text: Marco Rossi, Coordinatore Nazionale T293 e redattore news T293/RS:X
photo: courtesy Alberto Menegatti (facebook)