Alla NORTH SARDINIA WAVE CLASSIC che si e’ svolta a Cala Pischina poche settimane fa un rider piu’ di altri si e’ messo in evidenza: il suo nome non era per nulla nella lista dei favoriti al podio tanto che alla fine della prima giornata di gare qualche lettore vedendolo al secondo posto della single elimination ci ha scritto: “ma chi e’ Lorenzo Michelacci?”
Lorenzo Michelacci ha poi concluso la gara wave sarda al terzo posto e abbiamo cosi’ deciso di intervistarlo per conoscerlo meglio …
Se il suo recente risultato sportivo e’ considerabile una “rivelazione”, le sue risposte alla nostra intervista sono una “rivelazione nella rivelazione”. (seconda parte, la prima parte qui)
RIW: Che cosa rappresenta il windsurf per te? È giusto che venga considerato uno sport di “nicchia”?
L.M.: Il windsurf è lo sport più bello che abbia mai conosciuto, quello che meglio mi si adatta caratterialmente per esplosività e spettacolo, credo che ogni sport possa dare sensazioni eccezionali se praticato con assiduità ma nel windsurf c’è un mix tra forza della natura, rapporto uomo-ambiente, prestazione atletica che è ai massimi livelli.
E’ diventato un sport di nicchia perché oggi il cosiddetto atleta vuole la comodità, ama accontentarsi ma non lo dice, vuole far bella figura velocemente e senza troppo sacrificio. Il fatto che tutto questo sia stato tradotto anche in una grossa opportunità commerciale quale è il kite ha fatto il resto. Fortunatamente questa selezione ha fatto si che i windsurfisti a mio parere siano oggi una categoria di tutto rispetto in quanto provenienti da selezione naturale perché chi non ha retto lo stress di uno sport così duro se n’è uscito con una scusa o un’altra ed ha cominciato a pomparsi l’aquilone… in tutti i sensi.
RIW: In Italia è facile iniziare a fare Wave? Cosa consigli per i neofiti delle onde?
L.M.: Intanto il mio consiglio per tutti gli utenti medi è di abbandonare le tavole freestyle, vendetele, buttatele e prendetevi dei divertentissimi freewave con pinne cortissime da freestyle. Quando poi l’esigenza diventerà di fare manovre doppie o a piedi inversi allora tornate a pensare ai freestyle e concentratevi su quello. Anche le manovre più avanzate del freestyle sono fattibilissime con i freewave ma il passaggio alla tavola wave sarà poi meno traumatico.
Nulla vieta di approcciare alle uscite wave già col freewave, parlo per esperienza in quanto credo di aver buttato via troppo tempo in estate a far fare delle cose a queste tavole a forma di porta, manovre che di fatto sapevo già fare sul wave e freewave ma che una volta su questo tipo di tavola erano tutte da reimparare e reimpostare. Non so come funzioni al lago ma per chi esce al mare questo è il mio suggerimento.
RIW: Qual è il miglior spot dove hai surfato? Meglio il wave riding o il jumping?
L.M.: Il miglior spot italiano credo sia in assoluto Puzziteddu (Thomas e Antonio.. mi dovete una birra a testa…), in Sardegna ci sono condizioni più varie, molto spesso di vento forte, molto spesso di onda grossa, mure a dritta, mure a sinistra e il fatto di cambiare spot aiuta l’adattamento alla condizione in generale. Si creano poi talvolta quelle condizioni da secret spot che danno quel tocco di magia all’uscita.
Mi piacciono le “pareti” di Cala Pischina, devo ammetterlo. Marina delle Rose è poi uno degli spot più belli del mondo dal punto di vista paesaggistico e bello pure in acqua.
E’ bene buttarsi fin da giovani sul jumping per goderne poi più avanti; saltare è bellissimo ma acquisire nuovi salti negli anni diventa poi difficile specie se si pensa ad arrivare integri in ufficio il giorno dopo.
RIW: Parliamo del PWA. Negli ultimi anni abbiamo avuto gare wave in condizioni sideon, e gli atleti di primo livello mixano manovre freestyle alla surfata “pura”. Quest’anno vedremo anche due tappe in Cile e Sudafrica, cosa ne pensi? Parteciperai a qualche tappa?
L.M.: Penso che il freestyle di oggi sia un “wave in acqua piatta” e credo che sia giusto così e che gli atleti di professione facciano queste cose anche nelle onde che poi danno ispirazione a tutti gli appassionati. Mi piacerebbe vedere un buon rappresentante italiano in PWA e credo che questo sia di nuovo possibile visto quanti appassionati italiani spendono mesi e mesi nei soliti posti avendo quindi le stesse opportunità di allenarsi dei big del PWA.
Credo per questo che per pensare di partecipare al PWA bisogna poter preparare adeguatamente le gare di questo livello e pertanto non è certo il mio caso. Grazie comunque per avermelo chiesto! :-)
RIW: Vuoi ringraziare qualcuno?
L.M.: A parte babbo, mamma, compagna e NoveNove…. voglio ringraziare i Cala Pischina boys perché ogni uscita con loro è per me un evento da ricordare, ci divertiamo troppo assieme.
Interview: Marco Livraghi
Photo: www.windpirus.com
Photo Courtesy: Lorenzo Michelacci