All’ultimo Mondiale T293 a Salou, in Spagna, ha fatto il migliore risultato italiano nella sua categoria, 14ma nelle Youth Girls, ma per via di un incidente occorsole poco prima di questo Mondiale, sicuramente non è riuscita a esprimersi al meglio.
Al di là del risultato ottenuto e delle speculazioni sul risultato che avrebbe potuto ottenere senza incidente, di questa giovane windsurfista ci ha colpito il coraggio con cui ha deciso di partire comunque per il Mondiale contro il parere dei medici e dei suoi genitori.
Addirittura è partita senza neanche essere sicura di riuscire a completare una prova ma non voleva lasciare nulla di intentato e alla fine è riuscita a concludere tutte le regate svolte.
RIWmag non poteva lasciarsi sfuggire un simile «cuor di leone» e ha deciso di intervistare e far conoscere meglio Marta Monge ai suoi lettori.
RIW : Ciao Marta, quanti anni hai e che scuola frequenti?
Marta Monge : Ho da poco compiuto 15 anni e frequento la II liceo scientifico tradizionale al “Giordano Bruno” di Albenga.
RIW : Da quanti anni vai in windsurf e come mai ti piace così tanto questo sport?
M.M. : Pratico windsurf dall’età di 6 anni e ho iniziato a gareggiare nel 2011 in occasione della Coppa Primavela, a Venezia per la prima volta sono salita su una tavola T293.
Mi piace perché si pratica a stretto contatto con la natura e ti permette di raggiungere un forte legame con il mare. Inoltre non è mai ripetitivo, ma offre sempre nuove sfide ed emozioni.
RIW : Di te ci è stato raccontato un aneddoto. Quando hai imparato a fare windsurf questo sport ti piaceva talmente tanto che poi a casa di tua nonna ti appendevi continuamente al lavabo del bagno per simulare la presa al boma. Confermi questo episodio? Non riuscivi davvero a smettere di fare windsurf anche quando non eri più in spiaggia?
M.M. : Confermo. Ho dovuto smettere quando il lavabo era diventato troppo basso … Ma ancora oggi spesso mi perdo a sognare la prossima uscita in mare.
RIW : Come mai hai deciso di cimentarti nel windsurf agonistico e quali sono stati finora i tuoi risultati migliori?
M.M. : Sono una ragazza competitiva e mi piace il confronto con gli altri. Penso che le gare siano il metodo più adatto per migliorare. Ho vinto il titolo italiano Under 11 nel 2013, Under 13 nel 2014, Under 15 nel 2016 e Under 17 nel 2017. Inoltre nel 2016 in Under 15 sono arrivata quinta all’Europeo di Sopot e quinta al Mondiale di Torbole.
RIW : Fino a qualche anno fa abitavi in Piemonte e potevi allenarti solo nei weekend. Come sei riuscita a convincere la tua famiglia a farti studiare e vivere in Liguria per allenarti in modo più regolare?
M.M. : Fin da bambina sognavo di iniziare il liceo in Liguria. Il mio impegno nello studio e nello sport ha convinto i miei genitori. Mia madre insegna e ha provato a chiedere il trasferimento. Sembrava fosse impossibile ottenerlo e invece… Quando è arrivata la conferma mi trovavo a Riva del Garda: le mie urla di gioia sono arrivate fino a Torbole e a Malcesine!
RIW : Ma veniamo a questo ultimo Mondiale. Cosa ti è successo prima di partire?
M.M. : Mi sono tagliata il palmo della mano sinistra mentre accorciavo il tubolare delle cimette del trapezio, proprio alla vigilia della partenza per l’ultima tappa di Coppa Italia a Civitavecchia. E a meno di 15 giorni dall’inizio del Mondiale.
RIW : Hai tolto i punti di sutura proprio pochi giorni prima del Mondiale e sia i medici che i tuoi genitori ti hanno vivamente sconsigliato di affrontare questa regata. In che condizioni era in quel momento la ferita e perché hai deciso di partire lo stesso contro il parere di tutti?
M.M. : Ho tolto i punti di sutura (una decina) a Salou, il sabato della cerimonia di inaugurazione. Fortunatamente la ferita era in buone condizioni. Domenica mi sono ancora riposata e lunedì sono entrata in acqua per la prima prova senza aver potuto testare né il grado di dolore né lo spot. Non volevo assolutamente rinunciare al Mondiale: erano il mio obiettivo principale per il 2017 perché si svolgeva nel Mediterraneo, presumibilmente nelle condizioni di vento e mare a me più favorevoli.
RIW : A Salou la ferita ti faceva ancora male mentre andavi in windsurf? Come sei riuscita a completare tutte le regate?
M.M. : La ferita mi faceva ancora male, nonostante le fasciature e il tutore, in particolare quando dovevo pompare. Ho completato tutte le prove concentrandomi non tanto sul dolore quanto sul tentativo di dare il meglio pur nelle mie condizioni.
RIW : Tenendo conto dei limiti contingenti sei comunque soddisfatta del risultato finale? Quali sono i tuoi programmi e obiettivi per la prossima stagione agonistica?
M.M. : Sono soddisfatta della posizione raggiunta. Credo che, se me l’avessero predetto, non ci avrei creduto.
Non ho ancora definito i programmi per la prossima stagione. Parteciperò certamente alle regate nazionali e internazionali più importanti in Under 17. Penso anche di iniziare a provare l’RS:X.
Infine, se me lo permetti, approfitto di RIWmag per ringraziare alcune persone. Gli istruttori che mi hanno accompagnato in acqua nel corso di questi anni: Franco Barreca, che per primo mi ha tenuto in equilibrio su una tavola, Anton Gemma, Thomas Silvano, Fabrizio Amarotto e Mauro Covre. I nonni Angela e Carlo, che da sempre sono i miei fans numero 1. Mio fratello Paolo, di 9 anni, che ha accettato col sorriso la nuova vita e subisce spesso le seccature dei miei impegni agonistici. Cesare Vignola, che non mi fa mancare i suoi consigli da “veterano”. Daniele Merola, il mio preparatore atletico, che a Torino continua a prendersi cura dei miei allenamenti a terra. E Salvatore Mirotta, con il quale mi diverto a sfrecciare sulle onde con la tavola da slalom.
interview: www.RIWmag.com
photo: Davide Monge, Franco Barreca, Antonella Uroni, Piérick Jeannoutot, Bellouevre, Patrik Pollak, Martina Orsini, Carlo Villa