Alberto Menegatti è da poco rientrato dalla tappa PWA di Alacati (Turchia) con un altro podio (2ndo posto) in tasca per questa stagione di slalom incredibilmente positiva per gli atleti italiani.
Un secondo posto vinto con maturità e determinazione per compensare il deficit causato dall’infiammazione degli avambracci, un argento dal gusto d’oro.
RIW: partiamo dall’inizio di questa tappa. Quali sono state le condizioni fisiche e psicologiche con cui sei partito?
A.M.: sono partito per questa gara senza aspettative, cercando di andare per recuperare un risultato che pensavo quasi perso e per non buttare via una stagione in cui ero partito molto bene. Fisicamente non stavo bene in quanto comunque ero infortunato: era da un mese e mezzo che non potevo uscire in windsurf, avevo perso circa 4-5 kg di peso di massa magra, di muscolo, e non ero comunque neanche abituato a stare sulla tavola. Mentalmente stavo peggio che peggio perché’ vedevo tutti uscire mentre io ero fermo e bloccato. Inoltre avevo continui dolori agli avambracci: non era soltanto una questione di allenamento e di testa, ma di un limite vero e proprio perché’ avevo male a prendere il boma, a spostare le borse, a fare qualsiasi cosa.
RIW: ad un certo punto la situazione si è ribaltata a tuo favore. Quali sono stati i tuoi momenti salienti durante questo evento e quali sono stati gli elementi che hanno permesso questo cambiamento?
A.M.: dopo il primo giorno non ero sicuramente di umore positivo, ho fatto un 18mo, non mi sentivo comodo sull’attrezzatura, ero tutto storto, facevo fatica quasi come se non mi ricordassi come fare windsurf. Ho fatto 18mo non perché’ comunque avessi fatto errori gravissimi ma perché’ non mi sentivo bene sulla tavola, non ero me. La sera ho cercato di pensare e valutare, facendo un resoconto dell’anno ho capito che non poteva finire così la stagione. Dopo aver finito il primo round mi sono messo lì, ho pensato e ripensato, e comunque piano piano c’è stato un cambiamento. Sono andato nella qualifica del primo turno successivo e nonostante ancora non fossi a posto, fossi ancora dolorante e non fossi comodo sulla tavola, ho iniziato comunque a cambiare mentalità, ho cercato di capire qualunque cosa avessi potuto fare per poter arrivare davanti. Questo è stato il momento principale che piano piano mi ha dato sempre più energia.
Ho tralasciato il dolore, ho tralasciato il fatto che non potevo uscire, il fatto che comunque tutti erano più allenati e batteria dopo batteria ho iniziato comunque a riprendere il mio ritmo. Ho ripreso a essere aggressivo in partenza, a guadagnarmi il posto dove volevo partire, ad andare sul primo bordo, a riassettare un po’ il tutto (ho comunque riassettato tutta l’attrezzatura per riuscire a navigare in base alla mia situazione di quel momento) con un trim diverso dal normale per facilitare la mia andatura in quanto non ero assolutamente pronto.
I momenti salienti di questa gara sono stati sicuramente dopo aver fatto il 18mo posto dove ho capito che non poteva essere quello il risultato.
C’è stato poi un periodo di transizione fino a quando, dopo aver fatto 7mo nella seconda finale c’è stato un ulteriore click e ho iniziato a vincere la maggior parte delle mie batterie e a ricredere in me stesso fino comunque al momento clou che è stata l’ultima finale in cui sapevo di poter vincere anche se con difficoltà. Avrei dovuto vincere l’ultima prova: lì proprio ho tirato fuori tutto quello che c’era in me e sono riuscito a vincerla. Peccato però che Antoine abbia fatto secondo ed io mi sono ritrovato secondo overall.
RIW: in passato hai gareggiato “solo contro tutti”. Da quando sei in Point-7 invece sembra che ci sia un supporto di squadra a tuo favore essendo tu in questo momento l’atleta di punta. Qual è il tuo parere a proposito?
A.M.: sicuramente Point-7 e Andrea Cucchi mi hanno dato una grande mano ed un aiuto non solo a livello logistico per questo evento ma anche durante la stagione un po’ per capire cosa fare, dove migliorare, e un supporto anche nei momenti no. Sicuramente un’esperienza diversa dagli anni scorsi: anche questo può aver dato una mano al raggiungimento del risultato che sto avendo in questo momento.
RIW: il concetto “No Rules” permette uno svolgimento più dinamico e spettacolare delle regate, ma permette anche a certi atleti delle azioni al limite della correttezza sportiva. Che cosa ne pensi?
A.M.: il concetto “No Rules” ha sicuramente molti vantaggi: di velocizzare l’andamento di questa gara, di non fermarsi ore e ore con proteste, di non guardare i dettagli in caso di contatti minimi. D’altra parte c’è il lato negativo: spesso ci sono scontri (specialmente in acqua piatta e in spot in cui tutti arrivano più vicini come in Turchia) che possono valere tanto. Uno fra tutti lo scontro tra Ben Van Der Steen e Bjorn Dunkerbeck in cui Bjorn ha catapultato rompendo la tavola. Scontro simile accaduto, comunque con meno danni, tra me e Cyril Moussilmani che ha poggiato sul primo bordo e mi è entrato senza lasciarmi nessuna possibilità di evitarlo.
Altro episodio in un’altra finale con Quentel: ero secondo, sono andato a strambare, non si vede molto dal video ma mi ha toccato il terminale, io sono andato giù e ho finito settimo e lui è finito secondo. Questi episodi rappresentano il lato negativo. Secondo me comunque il gioco vale la candela poiché’ la gara si fermerebbe per troppe proteste, per troppe problematiche e comunque così almeno non ci sono favoritismi: siamo sicuri che quello che succede nel campo di gara succede e basta.
RIW: con questo ultimo podio ti ritrovi in questo momento al terzo posto della classifica generale del PWA. L’ultima gara sarà a Sylt (Germania) in meno di un mese. Riuscirai a recuperare completamente gli avambracci per quell’evento?
A.M.: manca meno di un mese alla gara di Sylt e ho ancora problemi con la tendinite al polso. Non so se riuscirò ad arrivare completamente guarito in quanto mi hanno dato tre mesi di recupero prima della Turchia. Sto facendo il possibile sperando di riuscire ad arrivare il più preparato possibile.
RIW: Antoine Albeau al momento è in testa alla classifica generale ma ha dichiarato che il titolo di campione del Mondo 2013 non è ancora matematicamente assegnato. Chi potrebbe toglierli il titolo secondo te? Alberto Menegatti?
A.M.: la stagione non è ancora finita, manca ancora una gara. Antoine è al comando però a livello matematico non ha ancora vinto. L’unico che può batterlo sono io che ho un primo e un secondo. In caso di mia vittoria a Sylt e lui esca dai primi 8 posso batterlo. Non è molto facile ma non è impossibile. La regata più realistica invece è quella per il secondo e terzo posto tra me e Quentel ritrovandoci molto vicino grazie allo scarto. Io ho un primo e secondo, lui un terzo e un quarto. Quindi sarà una bella gara.
Colgo quest’occasione per ringraziare particolarmente “ingarda” l’ente che regola il turismo nell’alto Garda per il supporto che mi sta dando durante questa stagione.
RIW: abbiamo saputo che sei diventato recentemente zio. Felicitazioni e te e a tua sorella. Come si chiama tuo nipote? Come ti sembra questo tuo nuovo ruolo familiare?
A.M.: da sabato sono diventato zio, ho un nuovo nipotino che si chiama Samuele. E’ sicuramente una nuova sensazione, sono super contento. All’inizio la cosa era un po’ strana, ma quando l’ho visto mi ha dato un’emozione incredibile!
Le imprese di Alberto Menegatti si possono seguire tramite la sua pagina facebook https://www.facebook.com/pages/Alberto-Menegatti-ITA4/497942450226950?fref=ts
interview: www.RIWmag.com
photo©Carter/PWAworldtour.com
photo courtesy: Alberto Menegatti