Per la rubrica “Storie di Mare” Fabio Breglia condivide con i lettori di RIWmag le sue riflessioni maturate grazie alla pratica dello sport del windsurf.
I COLORI DEL WINDSURF
Se dovessi pensare al colore della mia esistenza prima di imbattermi nel windsurf, direi sicuramente blu e grigio. Sì blu e grigio, esattamente i colori degli abiti che fino a qualche anno fa indossavo quotidianamente. Certo, la vita professionale che ciascuno di noi conduce spesso ci impone di continuare ad utilizzarli, ma sono sicuro del fatto che chiunque pratichi questo meraviglioso sport non veda l’ora che arrivi il week end per dismettere gli abiti da lavoro e indossare una t-shirt e una felpa comoda per raggiungere lo spot che si è scelti per la prossima uscita. E se colorate ancor meglio.
Colorate, magari come le nostre vele, perché il colore amplifica la percezione della gioia che proviamo quando ci concediamo una trasferta insieme ai nostri amici. Colorate perché il colore e la gioia ci forniscono nuova energia allargando i nostri confini.
Mia moglie sostiene di avermi conosciuto in giacca e cravatta e adesso si ritrova di fianco, almeno in certe circostanze, un bambino che si diverte con i suoi giocattoli, vestito come un teeneger.
Ma come si fa, mi chiedo, a spiegare la gioia e l’entusiasmo che si prova ad uscire in windsurf e come si fa a manifestare veramente quella che è la nostra percezione di questo sport.
Da ragazzo sono stato uno sportivo ma, conclusasi troppo in fretta quell’esperienza, è cominciato un periodo buio della mia vita. Sì buio, soltanto perché caratterizzato da tutto ciò che si può fare in un’età compresa fra i 20 e i 38 anni. Lavoro, amici, uscite fino a tarda notte, vacanze ed altro, ma comunque non contraddistinto dai colori del windsurf.
Quando ci si risveglia da un periodo buio, la percezione di quello che ci circonda non può che apparire come una luce accecante che ti entra dentro e ti fornisce un’energia e un’adrenalina che da troppo tempo non provavi e pian piano ti accorgi che qualcosa sta cambiando, fino a comprendere che la tua stessa esistenza sta assumendo un colore diverso.
E allora ti chiedi, ma di che colore è il windsurf?
I windsurf ha il colore dell’alba, quando arrivi sullo spot di Valmadrera alle 5:30 del mattino e man mano che i primi raggi di sole, sormontando la Grigna di fronte, cominciano a farsi strada fra il buio della notte che sta per concludersi. Ha il colore dell’emozione che provi, quando capisci che il tivano è sufficientemente teso per portarti immediatamente in planata, prima ancora di superare quella barchetta rossa, sempre lì ancorata, a segnare il limite oltre il quale si determina lo spazio a te riservato, da quello che invece devi cedere agli incalliti freestylers sempre alla ricerca di uno specchio d’acqua super flat ove perfezionare le loro manovre.
Ha il colore di un mattino ventoso e del cielo terso, che ben ti lascia intravedere il volto del surfista che incroci e che proprio non riesce a non far trapelare la gioia che sta provando, ma questo non ti stupisce, perché è la stessa sensazione che stai provando tu; e se invece il surfista che incroci è un tuo amico, allora puoi esser certo che non avrà alcuna intenzione di nascondere quell’emozione ma, anzi, troverà il modo per manifestarla, con un sorriso, con un gesto, con un urlo, al solo scopo di condividerla con te.
Ha il colore delle vele appoggiate in terra ad asciugare, quando dopo due o tre ore di puro divertimento, ormai esausto, ti ritrovi al Parè 67, dove l’amico Carlino, con la sua simpatia e cordialità, ti prepara quell’attesa colazione che sembra rappresentare il premio per la tua performance.
Ha il colore di una persona conosciuta in questi contesti che, dopo avere condiviso con te qualche uscita, inaspettatamente ti chiama “fratello”.
Ha il colore dell’amicizia che uscita dopo uscita, trasferta dopo trasferta, emozione dopo emozione, diventa sempre più forte e che si fonda su una solida condivisione di spirito, quello spirito che ti fa trovare la forza di svegliarti in orari improbabili, di macinare chilometri e chilometri per raggiungere lo spot per il quale le carte meteorologiche indicano l’intensità del vento contraddistinto da un colore rosso.
Ha il colore della genuinità delle persone, del rispetto, della solidarietà.
Ha il colore di un gruppo di facebook, anche se, nel caso di S.B.T., parlare di un solo colore potrebbe risultare riduttivo, sarebbe forse meglio parlare di un arcobaleno di colori.
Potrei proseguire a scrivere fiumi di parole sull’argomento ma probabilmente continuerei a divagare eludendo la domanda che mi sono posto alla quale forse una risposta non c’è, perché il windsurf è emozione, gioia, amicizia, esperienze, adrenalina, paesaggi, profumi, situazioni. Insomma, tutto ciò che colore non ha, ma che ha la forza di entrarti dentro con una irruenza tale da condizionare la tua esistenza fino al punto di non lasciare spazio più a nulla, perché la tua esistenza risulta sufficientemente appagata per il semplice fatto di esserti imbattuto nei colori del Windsurf.
text & photo: Fabio Breglia 4 www.RIWmag.com